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Referendum, Dialogo e Cambiamento

26 Settembre 2016

Per quanto riguarda l’Europa recentemente sono state evidenziate dalla imprenditoria locale tutte le criticità delle direttive europee in merito al Made in Italy e a quanto previsto dalla Direttiva Bolkestein. Giustamente è stata lamentata una scarsa incisività della presenza italiana nelle commissioni che presiedono alla emanazioni di tale direttive ed è stato inoltre fatto presente come altri paesi europei al contrario sono fortemente presenti ed orientano tali direttive. La continua lamentazione sull’Europa invece normalmente non mette a tema queste nostre gravi carenze che richiedono più che una astratta pressione politica un nuovo modo di lavorare e di essere presenti in tali organismi. Da questa constatazione è facile osservare come molti paesi europei che orientano le scelte dell’Europa hanno privilegiato una stabilità politica mettendo al primo posto il bene della nazione, abbiamo visto pertanto il più grande paese Europeo governato per anni da una grande coalizione o altri paesi che senza traumi hanno gestito un’alternanza al potere politico. Al contrario in Italia da 25 anni tutta la vita politica è centrata su uno scontro di potere personalistico che ha condizionato tutta la vita del Paese, prima il pro e contro Berlusconi , poi il pro e contro Renzi e ancora il “noi siamo buoni tutti gli altri sono ladri” , una serie di scontri che si fondano culturalmente sul principio dell’impossibilità di riconoscere la legittimità del proprio antagonista politico . La conseguenza di tale situazione ha fatto crescere populismi e disaffezione del popolo alla politica, nonché ha lasciato campo libero alla politica reale che incide e che in larga parte ora viene decisa da altri nei consessi europei. In tutt’altre cose presi scontiamo una poca incidenza sulle politiche europee che non si fanno nei summit, ma negli uffici delle varie commissioni di lavoro europee che richiedono una costante e quotidiana presenza che rappresenti propositivamente le esigenze dei propri cittadini e delle proprie imprese. Tale mentalità dello scontro così fine a se stessa e che condanna il nostro Paese all’insignificanza negli organismi internazionali sì è estesa nella società ed è ben rappresentata da quanto emerge quotidianamente sui social. Reattività , incapacità di entrare nei temi che si vogliono affrontare dando le ragioni della propria posizione , mostrano una fragilità dell’io che viene governata facilmente dai centri di potere che orientano il consenso. Il dibattito intorno al prossimo Referendum Costituzionale è in buona parte dentro questa modalità che non è in grado di entrare nei contenuti per prendere una posizione personale che richiede un lavoro di approfondimento e di confronto. Ma non è tutto è cosi ! C’è una Atlantide sotterranea che porta un’altra cultura, la cultura del dialogo che riconosce a qualsiasi altro la propria legittimità perché l’io è più grande dell’idea che porta, perché la sua unicità porta sempre qualcosa di utile e necessario per l’altro. Nel caso specifico del Referendum Costituzionale l’io che vuol essere tale e non è ridotto a pura reattività governata da altri in primo luogo vuol lavorare per capire, si chiede se i contenuti della riforma che ci viene proposta può portare i benefici di una “democrazia decidente” e se nello stesso tempo è garantito un equilibrio dei vari poteri e delle varie rappresentanze , se le eccellenze mostrate dalle governance territoriali possono trovare espressione nel nuovo contesto . Una serie di domande che richiedono in primo luogo un dialogo e confronto con tutti, anche con chi ha un orientamento diverso dal tuo, ma può allargare l’orizzonte delle tue ragioni oppure fartele mutare se porta ragioni ancora più convincenti. In questo processo esaltante si fa l’esperienza che noi non bastiamo a noi stessi ed abbiamo bisogno di un apertura all’altro che comunque diventa nostro compagno di cammino nella tensione al bene che tutti abbiamo anche se con opzioni diverse. Ciò che costruisce non è lo scontro ideologico o personalistico, ma un dialogo disarmato. Per questo motivo proponiamo il prossimo 30 settembre un incontro sul Referendum Costituzionale.

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